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Bobine Gravitoniche e Campi di Forza

Evoluzione dei più antichi sistemi per la Gravità Artificiale le Bobine Gravitoniche hanno permesso di gettare le basi della più moderna tecnologia dei campi di forza. Le bobine sono reattori a celle energetiche attorno ai quali sono stati collegati dei compressori magnetici, ovvero elettromagneti che ruotando vorticosamente creano al centro del cilindro di rotazione un punto magnetico. La potenza e la dimensione della bobina determinano la potenza e l’ampiezza del campo magnetico che ne deriva.

Nel tempo le bobine gravitoniche sono state utilizzate per gli scopi più disparati, dall’utilizzo civile, il più ovvio come la creazione di gravità per una nave o un habitat, a quello industriale fino a quello militare e scientifico.

 

Senza di essa sarebbe stato impossibile la creazione degli antichi Gate LTCU vista la loro capacità di creare una singolarità controllata basilare per la creazione della faglia d’ingresso allo spazio a Fase Differenziata.

 

Sotto prodotto della tecnologia delle bobine è quello dei campi di forza, come molte delle scoperte dell’umanità si deve a casi fortuiti ma questa invece si deve ad un’immane tragedia. Nel 2138, a sei anni dalla creazione della prima bobina gravitonica, il dottor Marcus Heinz volle provare a modificare le bobine in modo da riuscire a proiettare l’energia gravitonica invece di comprimerla in modo da poter collegare due bobine e comprimere due fasci gravitazionali. Ciò in termini teorici doveva permettere la creazione di un punto gravitazionale autoalimentante, il quale non avrebbe avuto bisogno di energia per essere mantenuto ma anzi ne avrebbe prodotto. Naturalmente ciò non avvenne. Quando il sistema venne avviato l’intero edificio di ricerca ed i cento chilometri attorno ad essa vennero inghiottiti da una singolarità, un vero e proprio buco nero, creato nei laboratori del CERN, l’antico centro di ricerca europeo di Ginevra. Sarebbe stata la fine del sistema solare e dell’intera razza umana se attorno alla singolarità il contatto fra i fasci d’energia delle due bobine non avessero creato un campo di forza tanto denso e tanto potente da contenere il buco nero il quale una volta finita la materia con cui sostenersi si dissolse insieme al campo stesso. La cicatrice europea aveva dato all’umanità l’ultimo tassello per il viaggio nell’iperspazio al genere umano.

 

I campi di forza dal 2144, era del primo lancio attraverso un Gate, hanno accompagnato lo sviluppo della tecnologia aereospaziale umana, militare e civile oltre che trovato estesissimi impieghi nell’industria e nelle applicazioni mediche. Un campo di forza viene creato dall’incrocio di due flussi energetici generati da due o più bobine gravitoniche. I primi erano scomodi e rudimentali ma nel corso dei secoli essi sono stati aumentati, la tecnologia gravitonica miniaturizzata fino alla realizzazione di dispositivi portatili o perfino di emettitori di campi di forza grandi quanto una penna a sfera. Le bobine montate in serie sono state correlati da proiettori e modellatori in modo che la forma del campo sia adatta a scopi specifici. I Campi di forza, a seconda della frequenza alla quale vengono emessi dagli emettitori possono essere più o meno densi, capaci di bloccare corpi solidi o fasci energetici.

 

La tecnologia gravitonica è alla base di quasi la totalità dei sistemi d’armi navali più temuti quali:

-Armi al Plasma

-Armi Gravitazionali

-Armamenti Gauss

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